Equinozio d' Autunno

Il 22 settembre di quest'anno segna l’inizio dell’Autunno, giorno di equilibrio tra luce e buio, infatti il termine "equinozio" deriva dal latino "equi -noctis" e significa "notte uguale al giorno".


Dal punto di vista astrologico, l'entrata del Sole in Bilancia, segno dell'Equilibrio, ci ricorda che questi sono gli ultimi giorni in cui le forze si bilanciano e che, a seguire, l'oscurità vincerà per i successivi sei mesi, sulla luce. Dal punto di vista alchemico, il segno della Bilancia presiede all’operazione alchemica della sublimatio, determinando il superamento del primo emiciclo zodiacale e affronta il secondo emiciclo dei sei segni rimanenti: infatti, la Bilancia è il settimo segno.

Nell’equinozio d’autunno è simbolicamente situato il punto mediano dell’equilibrio assoluto, tra l’evoluzione e il principio della involuzione, da cui l’immagine della Bilancia che misura, nei due piatti, i due pesi. Inizia il prevalere della forza notturna e spirituale, su quella diurna solare ed immanente.

In Autunno i frutti cadono dagli alberi, abbandonano i loro involucri, mentre i semi vengono selezionati per essere consumati o conservati; più tardi essi saranno piantati nella terra affinché il ciclo ricominci. Ma questo lavoro di separazione, di cernita che si fa in natura non riguarda unicamente la vegetazione: esso concerne anche l'essere umano. 

Come il frutto si separa dall'albero e il seme dal frutto, l'anima si separa dal corpo. 

Il corpo corrisponde all'involucro e l'anima al seme che viene seminato in alto, in Cielo. 

E l'autunno è il periodo nel quale deve avvenire questa separazione di cui parla Ermete Trismegisto quando dice: «Tu separerai il sottile dal denso con grande abilità». E ancora: «Come in alto così in basso.» 

Separare il sottile dal denso vuol dire separare lo spirituale dal materiale. 

Durante l'autunno tale processo di separazione si realizza in tutta la natura per preparare la nuova vita.

L’esoterista, dice un’antica massima, « Cela ciò che la natura esibisce, ed esibisce ciò che la natura cela.» E perché fa questo? Per tornare all’origine e ripristinare il linguaggio primordiale, quello che svela al saggio i segreti naturali.

Nell’aria dell’autunno, quando le piogge spazzano via la sensualità dell’estate, si compie un processo alchemico: Ferro scaccia Zolfo. La corrente di ferro, fredda e metallica, che piove dal cielo smorza la corrente sulfurea che era fuoriuscita dalle viscere della terra nei mesi caldi d’estate. Respirando la fresca aria dell’autunno l’uomo prende parte a questo processo. Bisogna percepire questa corrente alchemica e alimentarla con la volontà. 

Nella tradizione druidica l’Equinozio d’Autunno viene chiamato Alban Elfed (Autunno, o «Elued», Luce dell’Acqua). Esso rappresenta la seconda festività del raccolto, segnando la fine della mietitura. Ad Eleusi si celebravano i Grandi Misteri, Proserpina si preparava a discendere negli inferi come stabilito dal patto tra sua madre Demetra e Ade.

Vi sono molti modi per festeggiare l'Equinozio, oltre ad allestire un banchetto, un buon modo per festeggiare è quello di passare qualche ora tra la natura, magari portando del cibo agli uccelli o donando del fertilizzante alle piante. Per chi invece, desidera ricordare una persona cara che non c'è più, si può prendere una mela ed offrirla in suo onore.

La mela è un simbolo importante dell'Equinozio d'Autunno. Se ne tagliate una a metà, in senso orizzontale, scoprirete che i semi al suo interno formano un pentacolo, simbolo di vita e di speranza, oltre che di protezione.

Gli incensi indicati sono: la mirra, la salvia, il benzoino, l'ibisco e i petali di rose. I colori da usare per addobbare la tavola o l'altare sono l'arancio, il color oro, il marrone ed il bordeaux. I cibi da preferire sono tutti i frutti autunnali, noci, carote, cipolle, patate e, ovviamente il vino. Per chi ama i cristalli, in questo giorno sono indicati particolarmente l'ametista, il cristallo di rocca e l'avventurina.

"Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore produce molto frutto." (Giovanni, 12, 24) estende il concetto di fertilità al ciclo eterno di Vita - Morte - Vita e alla consapevolezza che solo dalla morte può nascere una nuova esistenza, solo dalla decomposizione può risorgere il nuovo, il cambiamento.



A.D.P.




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