La leggenda dell’estate di San Martino – 11 Novembre


"Un tempo, tanti anni fa, gli inverni erano più lunghi e rigidi. Già a Novembre era ghiaccio e neve.
Martino era soldato e, a cavallo, l’11 di quel mese, stava ritornando a casa, distante ancora poco meno di quattro giorni, quando incontrò sulla strada un povero vecchio, talmente povero che con quel freddo, fra quella neve, non aveva un cencio che gli coprisse le spalle.
Martino si levò il mantello, con la spada lo divise in due e ne porse una metà al povero vecchio: d’incanto tutta la neve disparve, la terra si rasciugò, l’aria si fece calda, e apparve un bel sole.
La mattina dopo ricominciò a nevicare ma, quando incontrò un altro povero vecchio tremante per il freddo e gli diede l’altra metà del mantello, tutta la neve disparve una seconda volta e apparve un bel sole caldo.
Lo stesso accadde il terzo giorno quando si privò di altre vesti per darle ad un altro poveretto.
Mezza giornata soltanto lo separava ormai da casa, e ancora una volta Martino diede ad un poveretto l’ultimo avanzo dei suoi vestiti…
Dio rinnovò ancora il miracolo e per la quarta volta l’inverno cedette improvvisamente all’estate.
Ma solo per mezza giornata: il tempo che ci volle a Martino per giungere a casa.
Da allora il mese di Novembre si apre a tre giorni e mezzo d’estate: quella di San Martino."
Il Santo, di origine ungherese, visse nel corso del IV Secolo dopo Cristo, fu Vescovo di Tours, e fondò il primo monastero databile in Europa.
Per la sua opera di evangelizzazione, fu popolarissimo in tutta Europa, e poi nelle Americhe, dove migliaia di villaggi e paesi portano il suo nome. Negli Stati Uniti, questo periodo di intervallo di bel tempo viene definita "Estate Indiana".
Fu anche evangelizzatore dei territori francesi intorno al fiume Loira: chi visita la splendida cattedrale gotica di Tours verrà a sapere, tramite la guida che accompagna i turisti ,che sono centinaia i quadri di importanti pittori francesi del 500/600, che hanno proposto tele raffiguranti il santo. Vi è anche la leggenda che narra che ,durante il trasporto della sua salma , con un battello , lungo la Loira, man mano che passava il corteo-naviglio, sulle rive del fiume , gli alberi aprivano le loro gemme di fiori profumatissimi.
Per il suo atto di carità San Martino è il patrono di cavalieri e cavalli, dei sarti e dei mendicanti, dei poveri e dei sinistrati, dei fabbricanti di botti e degli ubriachi, degli alcolizzati guariti, dei mariti traditi, dei viticultori, dei vendemmiatori e dei sommelier, perché in occasione della sua festa si beve il vino novello.



« La nebbia a gl’irti colli

Piovigginando sale,

E sotto il maestrale

Urla e biancheggia il mar;

Ma per le vie del borgo

Dal ribollir de’ tini

Va l’aspro odor de i vini

L’anime a rallegrar.

Gira su’ ceppi accesi

Lo spiedo scoppiettando:

Sta il cacciator fischiando

Su l’uscio a rimirar

Tra le rossastre nubi

Stormi d’uccelli neri,

Com’esuli pensieri,

Nel vespero migrar. »

San Martino di Giosuè Carducci

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